Storia di un fraintendimento
Molto spesso viene portato a modello di credente Einstein.Einstein, grande scienziato, uomo di grande spessore… e credente.Ora, premetto che se anche davvero Einstein fosse stato credente, in senso classico, questo non avrebbe portato alcun vantaggio a favore del valore della fede religiosa, il diritto di autorità in scienza è cialtroneria. Tuttavia, credo sia corretto riconoscere ad Einstein ciò che lui ha lottato tanto per chiarire, da scrivere più volte chiarimenti, sino alla sua famosa “Lettera su Dio”.Einstein, perlopiù, parlava di Dio in senso metaforico e filosofico. Non si riferiva a ciò che il tipico credente intendo per Dio. La gente per un po’ lo fraintese e lui trovò che fosse il caso di chiarire. Scrisse, in una corrispondenza con un amico teologo, una lettera : la famosa lettera su Dio!!…Ne riporto un pezzo”La parola Dio per me non è altro che l’espressione e il prodotto della debolezza umana, e la Bibbia una collezione di venerabili ma nonostante tutto piuttosto primitive leggende. Nessuna interpretazione, di nessun genere, può cambiare questo”Ed ancora “Per me la religione ebraica è, come tutte le altre religioni, l’incarnazione di una superstizione primitiva. E il popolo ebraico, al quale sono fiero di appartenere e con il quale ho un’affinità profonda, non ha una forma di dignità diversa rispetto ad altri popoli”.In realtà, già nel 1940, in un articolo pubblicato sulla rivista Nature, il grande fisico aveva illustrato la sua celebre affermazione “Non credo in un Dio personale”. In esso spiegava di non ignorare “l’impronta sublime e l’ordine mirabile che si rivelano nella natura e nel mondo del pensiero”. Aggiungeva che non rinunciava neppure all’idea di dio (con la d minuscola, quello che per lui era il dio della filosofia), che tuttavia non è, e non può essere quello della Bibbia. Quella di Einstein, quindi, è una religiosità scomoda, razionale, “cosmica”, come la definiva lui. Una religiosità che “non conosce dogmi né dèi concepiti a immagine dell’uomo. Non vi può essere alcuna Chiesa che fondi su di essa la propria dottrina. È perciò tra gli eretici di tutti i tempi che noi troviamo uomini penetrati di questa superiore religiosità”.